I Dialetti d'Italia

Come Tutelare le Lingue e i Dialetti Locali

La lingua italiana è parlata dagli oltre 60 milioni di nostri concittadini, ai quali possiamo aggiungere gli abitanti della Repubblica di San Marino e Città del Vaticano, oltre che della Svizzera e dell'Istria. Una lingua che ha unito popoli divisi da secoli di storia e che è entrata pienamente nella nostra cultura in epoca relativamente recente.

Mercatini di Natale

Molti storici sottolineano come la televisione di Stato abbia dato un contributo fondamentale alla diffusione della lingua nata dal fiorentino tra gli italiani che, in maggioranza, prediligevano ancora il dialetto a metà del secolo scorso. Negli anni Cinquanta oltre la metà dei nostri connazionali non parlava, infatti, la lingua comune, complice anche la bassissima scolarizzazione. Come sappiamo la situazione è decisamente migliorata: l'analfabetismo è pressoché un amaro ricordo del passato, oggi tutti parlano e comprendono la lingua ufficiale ed anzi emerge il problema opposto...
Negli ultimi tempi si pone l'attenzione sul rischio di perdere un patrimonio tradizionale costituto da usi e costumi locali, specialità tipiche culinarie, culture e dialetti. Le lingue locali racchiudono una lunga storia maturata nel corso dei secoli, influenzata dai popoli che si sono succeduti nel territorio, sono uno strumento per comprendere le nostre origini e in ragione di ciò, secondo molti, meriterebbero una particolare tutela.
I dialetti sono stati tramandati di generazione in generazione, per lo più oralmente, e con l'inevitabile scomparsa delle persone anziane si pone il problema della salvaguardia di un patrimonio a rischio d'estinzione.

Dove

L'UNESCO, la nota organizzazione delle Nazioni Unite, oramai da anni ha deciso di fare del 21 febbraio la Giornata internazionale della Lingua Madre. Una ricorrrenza dedicata alle lingue meno diffuse, come quelle non veicolari, che in una realtà sempre più globale possono andare irrimediabilmente disperse.
Anche l'Unione Europea è intervenuta sul tema presentando nel 1992 la Carta europea per le lingue regionali e minoritarie, firmata da 33 Stati membri anche se solo 24 paesi hanno poi proceduto alla ratifica. Il documento riporta le definizioni generali di lingue regionali o minoritarie evitando di stilare una lista definitiva dei dialetti locali che potrebbe essere soggetta a molteplici Per quanto concerne la nostra penisola ricordiamo che lo Stato negli anni passati ha riconosciuto ufficialmente la lingua friulana, quella ladina e quella sarda. Al contrario il piemontese, il veneto, il lombardo, l'emiliano romagnolo, il ligure, il napoletano e il siciliano pur essendo state inseriti dall'UNESCO nella lista delle lingue minoritarie non hanno ottenuto un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato Italiano.